Critiche

Giovanna Regazzi ama impostare con chiarezza le sue composizioni quasi non volesse lasciare nulla al caso, definisce attentamente ogni momento, anche i particolari, con minuziosità quasi certosina, ed ottiene risultati di sapore iperrealista, ravvivati dall’uso combinato di varie tecniche. Gli oggetti comuni, le fotografie riprodotte, si mostrano ambiguamente veri come piacevoli inganni per l’occhio, come se sul foglio fossero posate le vecchie care cose che, tirate fuori dal nascosto dei cassetti, fanno riaffiorare alla memoria lontani ricordi.
Arrigo Grazia 1987

La priorità di costruire sempre si conferma fiera nell’arte di Giovanna Regazzi. Ed è sempre una donna creatrice a modellare la forma e a portarla alla sua massima poesia. Ci troviamo davanti a lavori di perfezione tecnica e illustrativa che appartengono ad altri tempi, illuminati di rinascita e umanesimo. La rappresentazione del mondo fenomenico oltrepassa le sue forme e assume una vita propria, quella che siamo soliti a chiamare Arte. Regazzi si muove sicura sulla tela e non esita a incontrare ne gli sguardi dei ritratti, ne l’inebrianza dei fiori, ne la fugace e mutevole presenza delle cose, consapevole che l’unica permanenza di tutto ciò è eterna solo nello sguardo di chi crea. 
  Denitza Nedkova  2016

Specializzatasi nella tecnica del ritocco pittorico alla prestigiosa scuola di Ottorino Nonfarmale, ha avuto ,dunque , la fortuna di operare su lavori di importantissimi maestri come Tiziano, Lorenzo Lotto, Van Dyck, Giovanni Bellini, Giorgio Vasari, Crespi, Veronese , potendo così osservarne e da vicino le tecniche pittoriche.
Oggi l’artista bolognese crea con vari tipi di materiali (tra cui la preziosa foglia d’oro) e utilizza le tecniche ad olio o acrilico su tela: sono opere dai tratti rifiniti , precisi , puliti ,che rivelano una passione innata per l’antico e i capolavori dei grandi maestri della storia dell’arte , che tra l’altro riproduce con assoluta perfezione e ricercatezza
(Testo di Anna Rita Delucca- Copyright)
Mostre a La Corte di Felsina:
Fiori ed erbari nell’arte 11/30 giugno 2016


...) "Nature morte, le opere pittoriche di Giovanna Regazzi, solo in prima lettura. Iperrealiste, se fedeli rappresentazioni della realtà circostante. Al pari distinte, dall’armonico connubio tra luci, colori, trasparenze e riflessi posti all’origine di un gioco cromatico di tinte primarie e complementari, ben leggibili nel bicchierino di frutta come nella ciotola di mandarini. Ancora surrealiste, nei termini di sottrazione alla realtà, dove lo sfondo neutro concede evidenza al soggetto scelto ed alla sua dinamica rappresentazione: sia questo un arancio ‘scoppiato’, del ghiaccio che cade nel bicchiere colmo di una celebre bevanda se non uva, mirtilli, more e lamponi che si alzano tra le note, ad intonare un’estetica sinfonia. Ove il limone, soggetto prescelto dall’artista, compare quasi timido tra frutta, coni, calici ed alzate. Elementi, questi, la cui apparente inerzia fiorisce, donando loro anima e personalità, se ripresi con l’abile maestria dell’autrice in cui risiede un talento preesistente: raffinato con la didattica, conclamato nel restauro e testimoniato dalla riproduzione delle opere di Grandi Maestri del passato quali Caravaggio, Renoir, Chagall e Picasso." (...)
Pietro Franca 2022

La pratica dell’artista Giovanna Regazzi si basa su una riappropriazione delle tecniche di rappresentazione che hanno fatto la storia dell’arte. Il desiderio di conoscere a fondo la pittura antica, l’esperienza al laboratorio di restauro di Ottorino Nonfarmale hanno condotto l’artista verso un linguaggio che pesca sapientemente dalla tradizione pittorica e che rivive nella modernità. Quello che in apparenza può sembrare una composizione “iperrealista”, in realtà si svela per la sua ambiguità dai tratti surreali. L’artista sottolinea questo aspetto: “I fiori e gli oggetti dipinti si mostrano con forme ambigue, si trasformano, si mescolano, e si propongono come inganni per l’occhio, più che per una loro nitida verosimiglianza col reale”. 
Nicola Bigliardi 2024